martedì 4 dicembre 2007

Terzo tempo: memorie di un rugbista

Quando ho sentito la notizia mi sono cascate le braccia e ho dovuto guidare fino a casa con le ginocchia sul volante: la Federazione Italiana Giuoco Calcio ha deciso di prendere ad esempio la bella iniziativa di Firenze, decretando che al termine di ogni partita le squadre dovranno applaudirsi a vicenda come in una sorta di maldestro terzo tempo rugbistico.

"Che pena, che nostalgia ..." diceva una canzone di Lucio Dalla.

La mia prima esperienza di avvicinamento al rugby risale a oltre vent'anni fa: una fugace quanto ingloriosa esperienza da mediano di mischia in un campionato studentesco. Una squadra improvvisata in fretta e furia da un professore col pallino degli sport "diversi", una tattica di gioco incentrata su un unico basilare concetto: passa la palla a Valentino. Valentino era l'unico di noi che avesse l'esperienza del campo, l'unico con i gradi e le medaglie cuciti sulla pelle, l'unico abituato ad azzuffarsi nella melma del Giuriati, il campo dell'Amatori Milano. Un furetto indemoniato di un metro e settanta per ottanta chili che sparpagliava gli avversari sul campo come fossero birilli al bowling. Che sensazioni, che emozioni! La tecnica, gli schemi, i risultati: tutte cose di contorno. Noi eravamo lì per la squadra. Noi eravamo lì per non perdere neppure un secondo di quel senso di fratellanza che ci pervadeva dal primo all'ultimo minuto della partita, un'atmosfera magica che - sotto il peso della disciplina di uno sport severo - saldava insieme quindici ragazzi come fossero una cosa sola.

E poi il salto all'agonismo vero, quello tosto. Io avrei giocato mediano di mischia, dico. Assì? Beh, accomodati all'ala, dice lui. E fai quello che ti dico io: se mai ti arriva una palla, tu punta dritto alla bandierina e vola, nient'altro. Poi la mia prima trasferta in prima squadra, nel campionato di Rugby di serie B, e il mio primo "cappotto", un rituale sadico e ineluttabile, che voleva il debuttante convocato all'ultima fila del pulman con le braghe calate, mentre i compagni di squadra si fregavano certe mani che sembravan badili. E tu stavi lì e contraevi i muscoli, aspettando lo schiaffone successivo, coi denti stretti, senza neppure un gemito, cazzo! Perchè un rugbista non si lamenta e non molla mai. "Gnaca omo" dicevano in veneto, patria del rugby nostrano: non sei neanche un uomo se non sei capace di superare la prova.

Quella del "corridoio" a fine partita l'ho imparata con l'esempio del mio capitano e dei miei compagni più anziani, che dopo 80 minuti di scontri, si disponevano in due file parallele per applaudire e stringere la mano degli avversari, soprattutto a quelli a cui avevano avuto più "cose da dire" durante le fasi di gioco. Una legge cavalleresca non scritta, una consuetudine che ogni giovane giocatore di rugby assorbe per osmosi, respirandola negli spogliatoi insieme a zaffate di olio canforato ebbre di anticipazione, oppure nel silenzio denso e umido che segue ogni sconfitta. E poi il terzo tempo, che inizia col fischio dell'arbitro e si prolunga ovunque ci siano boccali di birra e cibo in quantità sufficiente per 30 energumeni vocianti e ricoperti di lividi.

E voi vorreste riuscire a creare tutto questo, imponendolo con una circolare?

Che pena, che nostalgia.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

abbraccirsi solo? baciarsi no? neanche una lacrimuccia???

NicPic ha detto...

Bippì: un rugbista piange solo se a) è costretto da un medico a lasciare il campo prima della fine della partita
b) quando ha fallito la qualificazione ai quarti di finale dei mondiali ed è la sua ultima partita in nazionale

Anonimo ha detto...

imporre il fair play

(bella colonna sonora, è l'enredo di capodanno?)

NicPic ha detto...

1ps: non so cosa stavi ascoltando tra quello che ho scelto, forse Cesaria Evora?

NicPic ha detto...

1psPS: ma l'enredo non è di carnevale?

Anonimo ha detto...

che tristezza..

Ohi, lascia lì i Pink eh!
Sono proprio una gran fissata io..

NicPic ha detto...

e chi li muove, anzi dì al nardi che ho appena acquistato su amazon una guida con le tablature per chitarra di the dark side of the moon! purtroppo finetune non permette di mettere più di 3 pezzi per ogni artista, quindi ogni tanto li ruoto.

Anonimo ha detto...

In brasile iniziano a capodanno ;)